[6]
Se
e' l'intervallo di tempo misurato da un osservatore in moto, e
e' lo stesso intervallo di tempo (ossia, ad esempio, la durata
di un certo evento) misurato da un osservatore in quiete rispetto al
primo, detti intervalli non sono uguali (benche' la differenza diventi
significativa solo a velocita' sufficientemente alte), bensi' legati
dalla seguente relazione:

dove, a parte
e
, le variabili hanno lo stesso significato dell'equazione di cui
alla nota n. 5. Ne deriva che, al crescere della velocita', per l'osservatore
in moto gli eventi avranno una durata sempre maggiore, rispetto alle
misurazioni effettuate dall'osservatore in quiete. Inoltre, due eventi
contemporanei per uno degli osservatori potrebbero non esserlo per l'altro.
Va precisato che non si tratta di un effetto limitato agli strumenti
di misura utilizzati (ad esempio, orologi), bensi' relativo all'effettivo
scorrere del tempo per i vari osservatori.
Un famoso esempio per illustrare
tale concetto e' il cosiddetto paradosso dei gemelli: se un individuo
compie un viaggio a velocita' relativistiche, e il suo gemello resta
a casa, al rientro il viaggiatore trovera' il gemello (e il resto dell'universo)
invecchiato molto piu' rapidamente; se per lui il viaggio e' durato
un anno, per il gemello potrebbero essere trascorsi invece diversi anni,
o decenni, o secoli (a seconda delle velocita' raggiunte). Ogni viaggio
a velocita' relativistiche e' quindi anche un "viaggio nel tempo", e
precisamente nel futuro... di chi resta.