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...ad es., un tavolo in una stanza avra' una certa altezza rispetto al pavimento e una certa distanza dalle pareti. Tuttavia tale oggetto, pur se in ipotesi immobile, in realta' si sta spostando attraverso il tempo; esso esisteva prima dell'osservazione, a partire dal momento in cui fu creato, ed esistera' dopo l'osservazione, sinche' non verra' distrutto. In altre parole, qualunque cosa, oltre che esistere (e muoversi) nello spazio, esiste (e deve muoversi) anche nel tempo. Se cosi' non fosse, se l'oggetto fosse "immobile" nel tempo, esso esisterebbe solo per un istante infinitesimo, per poi sparire nel nulla (e cio' e' impossibile per il principio di conservazione dell'energia). Il tempo, insomma, puo' essere considerato una dimensione dello spazio, anche se dotata di particolarita' tutte sue (muoversi nello spazio non e' come muoversi nel tempo). Si e' accennato, in precedenza, alle "dimensioni" dello spazio; cosa e quante sono le dimensioni? Non e' facile rispondere a questa domanda, specie considerando i limiti del presente lavoro. Si possono comunque descrivere le dimensioni come gli elementi strutturali dello spazio, i "mattoni" che lo costituiscono. Alcune di esse sono ben note: altezza, larghezza, profondita', tempo. Oltre a queste, pero', ne esistono molte altre, che non sono percepibili sensorialmente in quanto esistenti a livello subatomico, ma presiedono a fenomeni subatomici fondamentali per l'esistenza dell'universo come lo conosciamo.Le dimensioni dello spazio-tempo si dividono in due categorie: quelle bosoniche e quelle fermioniche. Le prime (circa una trentina) consentono degli spostamenti simili a quelli a cui siamo normalmente abituati, nel senso che le condizioni dell'oggetto (ad es., una particella) al termine dello spostamento saranno differenti rispetto a quelle di partenza. Nelle seconde (circa una decina) sono possibili spostamenti senza che l'oggetto modifichi le proprie condizioni iniziali. Non e' possibile essere piu' precisi senza affrontare argomenti (e istituti matematici) terribilmente complessi, ma il succo di questo discorso, per quanto ci interessa, e' che la comprensione della struttura dello spazio ha consentito di pervenire alla Grande Unificazione, ossia ad una teoria fisica che renda conto dell'origine comune delle forze fondamentali della natura (Gravitazionale, Elettrodebole, Forte, Repulsiva. Vedi nota n. 14). Tale teoria ha consentito la manipolazione dei campi gravitazionali secondo principi analoghi a quelli usati sin dall'antichita' per i campi elettromagnetici, rendendo cosi' possibile la polarizzazione gravitazionale, posta a base non solo della propulsione curvatura, ma anche dei campi gravitazionali artificiali, degli scudi deflettori, dei raggi traenti, degli ammortizzatori inerziali.Torniamo dunque al problema iniziale: come comprimere ed espandere lo spazio?La meccanica relativistica descrive lo spazio-tempo come entita' quadridimensionale curva. La realta' e' piu' complessa, poiche' lo spazio ha ben piu' di 4 dimensioni, ma poiche' tutte le altre sono come "arrotolate" su scala subatomica possiamo, almeno per il momento, non tenerne conto. Il fatto che lo spazio sia curvo e "plasmabile" ha delle importanti conseguenze per i nostri fini, perche' in tale tipo di spazio le distanze non sono "assolute" e la via piu' breve tra due punti non e' necessariamente una retta. Per visualizzare intuitivamente la struttura dello spazio possiamo ricorrere ad un antico esempio: immaginarlo come un foglio di gomma molto elastico. Su tale foglio poggiano le varie masse dell'universo, particelle, pianeti, stelle ecc. Tali masse "deformano" il foglio di gomma, in misura dipendente dalla loro entita' (masse maggiori produrranno una "curvatura" maggiore). Abbiamo percio' scoperto che e' la gravita' a modellare lo spazio, il quale risulta piu' curvo nelle regioni piu' prossime a masse elevate. La gravita' e' percio' lo "scalpello" che modella lo spazio. A questo punto e' chiaro perche' si parla di curvatura: essa e' precisamente cio' che indica tale termine, una "deformazione" (warp) dello spazio indotta da un campo gravitazionale. Ma cosa succede, esattamente, curvando lo spazio? Qualunque massa, come visto, e' in grado di curvare lo spazio: poiche' non puo' esistere spazio senza massa, ne deriva che lo spazio e' sempre e necessariamente curvo, benche' la curvatura sia maggiore in prossimita' delle masse e minore (in ragione del quadrato della distanza [12]) man mano che ci si allontana da esse....

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