...Si tratta di un processo inefficiente, perche' l'energia necessaria per la conversione delle particelle in antimateria supera quella ottenuta dall'antimateria prodotta (a tal fine vengono utilizzati gli accumulatori di riserva e i reattori a fusione dei motori a impulso). L'uso di tali dispositivi e' difatti estremamente raro, e limitato a condizioni di emergenza. Le particelle raccolte vengono teletrasportate nei contenitori di antimateria, rimaterializzandole con inversione della carica e dei numeri quantici.

B) Nucleo di curvatura.

Il nucleo di curvatura e' la zona del motore ove avviene la reazione di annichilazione tra materia ed antimateria, e dove viene quindi prodotto il plasma necessario per l'attivazione delle bobine di curvatura. La reazione di annichilazione viene controllata attraverso la regolazione della quantita' di reagenti immessa nel nucleo e delle percentuali di materia e di antimateria. Il controllo della miscelazione, estremamente complesso, viene definito Intermix. La gestione dell'Intermix (detta formula dell'Intermix) e' fondamentale per ottenere l'effetto propulsivo. Per ottenere del plasma non e' difatti possibile limitarsi ad immettere un'identica quantita' di materia ed antimateria, che produrrebbe soltanto radiazioni gamma. La quantita' di materia immessa deve essere maggiore dell'antimateria, al fine di ottenere del gas ionizzato. Le percentuali variano da 25:1 a, eccezionalmente, 1:1, quando e' necessario energizzare il plasma. I reagenti vengono immessi nel nucleo di curvatura tramite condotti dotati di campi magnetici di contenimento (toroidi di restrizione). L'ingresso e la quantita' dei reagenti immessi vengono controllati da una coppia di cristalli di dilitio. Il dilitio (composto avente formula grezza 2[5]6 dilitio - 2[:]1 - diallosilicato - 1[9]1 - eptoferranuro) e' un cristallo rinvenibile in natura sulla superficie di pianeti esposti ad alti livelli di radiazioni (ad esempio, da esplosioni di supernova). Nel 24° secolo ne e' tuttavia possibile la produzione artificiale. Esso ha la peculiare caratteristica di potere essere attraversato da ioni di anti idrogeno senza dar luogo a processi di annichilazione, quando al cristallo viene applicata un'opportuna differenza di potenziale. La struttura del cristallo e' difatti tale che gli anti ioni vengono instradati attraverso "corridoi" creati dai campi elettromagnetici degli elettroni del cristallo, attraversandone la struttura senza interagire con le particelle. La quantita' di antiparticelle che e' possibile immettere attraverso il cristallo dipende dalla tensione applicata allo stesso; al crescere della stessa, difatti, e' possibile immettere una maggior quantita' di antimateria, in ragione della maggiore "tenuta" dei corridoi elettromagnetici. Quando ai cristalli non e' applicata alcuna tensione, non e' possibile l'immissione di antiparticelle senza innescare il processo di annichilazione. In tale condizione i toroidi di restrizione sono sigillati alle estremita', e nessun reagente viene immesso nel nucleo. Una volta applicata la tensione utile, gli estremi inferiori dei toroidi vengono disattivati, e i reagenti possono essere immessi nel nucleo. I cristalli di dilitio funzionano, in sostanza, come "rubinetti" che consentono una regolazione "fine" del flusso dei reagenti (mentre con i campi di contenimento sarebbe possibile soltanto una regolazione del tipo aperto - chiuso). Se i cristalli di dilitio, per qualsiasi ragione, non sono operativi, i sistemi di sicurezza impediscono l'immissione dei reagenti. Se difatti la quantita' degli stessi non venisse debitamente controllata, la produzione di energia sarebbe eccessiva ed incontrollata, mettendo in serio pericolo l'incolumita' della nave. I cristalli potevano essere utilizzati, in passato, per circa 6 mesi prima che fosse necessaria la loro sostituzione, in ragione della destrutturazione dell'edificio cristallino conseguente all'uso. Attualmente e' possibile la ricristallizzazione artificiale, che ne prolunga la durata a diversi anni. Il nucleo di curvatura ha forma di doppio cono tronco unito per le due basi maggiori.

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